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Gli utenti LinkedIn (io in primis) sono stanchi di ricevere messaggi standardizzati, dal forte contenuto commerciale, lunghi, illeggibili e spesso più disturbanti e fuori luogo che utili e apprezzati!

Ecco allora alcuni consigli – basati su dati di milioni e milioni di inmail inviate negli ultimi anni su LinkedIn – che mi permetto di dare ai vari recruiter/commerciali che vogliono utilizzare questo canale per questo scopo, sperando li aiutino ad aggiustare un po’ il tiro rispetto alle consuete (e scadenti) strategie di recruitment o new business.

Dai dati di LinkedIn: quali tipologie di messaggi determinano effettivamente tassi di risposta più elevati e in che modo è possibile migliorare il proprio tasso di risposta?

LinkedIn ha messo a disposizione dati davvero interessanti che ci aiutano a rispondere a questa e ad altre domande:

  1. Performano di più le inmail più lunghe o più brevi? Quali hanno tassi di risposta più elevati?
  2. è veramente importante inviare una invali in un dato giorno della settimana piuttosto che in un altro?
  3. meglio personalizzare le inmail?

1. Le inmail più brevi hanno prestazioni significativamente migliori rispetto a quelle più lunghe

Probabilmente avete già letto questo bullet point su molte guideline, ma rimarrete sorpresi da quanto sia lampante la correlazione tra la lunghezza delle inmail e i tassi di risposta nei dati.

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Le inmail più brevi sono quelle con meno di 400 caratteri, le più lunghe quelle con più di 1.200 caratteri: il tasso di risposta per le inmail più brevi è del 22% superiore al tasso di risposta medio per tutti le altre inmail. Allo stesso modo, il tasso di risposta per le inmail più lunghe è dell’11% inferiore al tasso medio.

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Per essere chiari, non è sempre necessario mantenere il messaggio così conciso. I messaggi inmail lunghi il doppio (fino a 800 caratteri) ricevono comunque ancora tassi di risposta superiori alla media (+5%). E anche i messaggi tra 800 e 1.200 caratteri sono solo leggermente al di sotto (-6%) della media globale.

Tenete inoltre presente che si tratta di medie basate su milioni e milioni di messaggi inmail: non è garantito che un messaggio più breve abbia prestazioni superiori, ma in generale note più brevi tendono a ottenere tassi di risposta migliori.

Solo il 10% di tutti i messaggi inmail contiene meno di 400 caratteri, mentre quasi la metà (46%) di tutti i messaggi inmail supera gli 800 caratteri; questo potrebbe essere in realtà uno tra i motivi principali per cui le inmail più brevi sono così efficaci: si distinguono dal 90% delle altre inmail semplicemente per la loro brevità.

Come spesso accade quindi, il segreto sta nella sintesi: riuscire a presentarsi, a presentare la propria proposta, a dare un’idea di professionalità e affidabilità senza eccedere in panegirici che portano l’utente a cliccare su “Delete” senza il minimo rimpianto.

2. Il sabato (e probabilmente anche il venerdì) vanno evitati completamente come giorni per inviare questa tipologia di messaggi

Il lunedì è il miglior giorno della settimana per inviare un messaggio inmail, ma non di tantissimo: i messaggi inmail inviati dalla domenica al giovedì infatti rimangono entro l’1% circa della media globale.

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Il giorno peggiore per inviare un messaggio inmail invece, è sabato: le inmail inviate di sabato ottengono l’8% di risposte in meno rispetto alla media.
Il venerdì non è così male, con un tasso di risposta inferiore del 4% alla media, ma è comunque significativamente meno efficace di tutti gli altri giorni lavorativi.

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E mentre solo il 2% delle inmail viene inviato il sabato, il 15% viene comunque inviato il venerdì.

3. Le inmail personalizzate hanno prestazioni migliori di circa il 15% rispetto a quelle inviate in un unico blocco

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Da anni gli head hunter insistono sul valore della personalizzazione, e i dati di LinkedIn li supportano in questo: i messaggi inmail inviati singolarmente vedono tassi di risposta di circa il 15% superiori rispetto ai messaggi inmail inviati in blocco.

Naturalmente, la personalizzazione è molto più che inviare messaggi uno per uno.
Il contenuto del messaggio inmail dovrebbe infatti anche mostrare che si è interessati al destinatario come individuo.

Federico Menziani

Partner, Managing Director Dopo la laurea in Bocconi (2010) entra nell’area marketing di Nike Italia dove si occupa di visual merchandising e product presentation. Nel 2012 entra nella sua prima agenzia come project manager pr, seguendo clienti come Vodafone, Conad Centro Nord e Terna in attività di accounting e ufficio stampa. Nel gennaio 2013, a 27 anni, fonda VENTISETTE.