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Disse un giorno un copywriter. Che la lunghezza di un testo conti fa parte del gioco, da sempre.

Ma è ancora più vero quando si parla di un pezzo destinato al web: da un lato ci sono le statistiche social a condannare il content di Facebook che supera le 100 battute, per rimanere competitivi nella corsa al raggiungimento del massimo engagement; dall’altro i plugin Yoast ad ammonire l’articolo sotto le 300 parole in vista dell’ottimizzazione SEO. A proposito di ottimizzazione SEO, l’incubo prende vita quando ci si ritrova – senza neppure sapere bene come sia potuto succedere – a “sporcare con le proprie mani” il testo appena scritto, rovinandolo consapevolmente dal punto di vista della leggibilità per aggiungere (di nuovo) quella parola chiave proprio lì – all’inizio del paragrafo, nel titolo e almeno altre cinque volte nel corpo.

Proprio voi, che avete sempre provato piacere nell’utilizzare parole diverse, cercando di schivare le ripetizioni come la peste.

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E allora?
E allora, come sempre, la risposta è semplice: affidarsi al buonsenso.

Non sarà un plugin a tarpare le tue ali di creativo

Essere sempre aggiornati su statistiche oggettive e novità per migliorare il proprio lavoro è fondamentale. Ma è bene tenere a mente che la lunghezza di un copy è una parte del tutto, ma non è tutto. Perché funzioni il contenuto deve comunque caratterizzarsi per la sua qualità.

Quindi ripartiamo dalle basi.

  1. Scrivere quando si ha qualcosa da dire, senza sentirsi obbligati ad allungare per raggiungere un certo traguardo di battute se non si ha nulla da comunicare.
  2. Less is more, anche quando si redige un testo. L’esposizione dei concetti in maniera semplice, accessibile anche ad un bambino è una buona pratica.
  3. Sì alle call to action – la buona narrazione rapisce, trasforma, spinge verso il compimento di un’azione. Indipendentemente che si abbia o meno un obiettivo di marketing.
  4. Numeri e dati aggiungono credibilità e scientificità al discorso. Lo sappiamo: se sei un copy, probabilmente percepisci statistiche e grafici diametralmente lontani da te. Ma sono comunque una parte fondamentale del discorso persuasivo.

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