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In un ambito che fa della trasformazione e del continuo updating la sua specifica forza propulsiva, come è l’universo social, restare aggiornati su macro e micro Social Media trend è prioritario, tanto a livello creativo quanto sul versante tecnico.

È vero che assecondare in modo compulsivo ogni trend (che può nascere e morire nel giro di una giornata) può risultare una rincorsa alla viralità fine a se stessa, perfino controproducente nel fissaggio di una brand identity riconoscibile. Ma tenere gli occhi aperti su ciò che coinvolge molti utenti è importante. Intercettare, interpretare, filtrare ed eventualmente adattare un trend agli asset di comunicazione di un brand è un’abilità che chi si occupa di Social Media Marketing dovrebbe sempre mettere in pratica per offrire un valore aggiunto.

Responsabilità e consapevolezza: oltre «Social Media coso…»

Chi si occupa a tempo pieno di Social Media Marketing sta finalmente vedendo riconosciuta la propria professionalità (nonostante alcune banalizzazioni, anche di grande visibilità, come è successo recentemente sul palco dell’Ariston). Nonostante i tempi incerti, molti Social marketer si trovano in una posizione di relativa sicurezza e, soprattutto, responsabilità. Hanno a disposizione fette più grandi del budget complessivo per il marketing e possono ritagliarsi maggiore autorità sul proprio lavoro.

Proprio per questo, questi professionisti saranno sempre più spesso chiamati a dimostrare che le proprie scelte sono frutto di una strategia strutturata e programmata per il medio-lungo periodo. E che hanno piena consapevolezza dei messaggi e delle prese di posizione che possono trasmettere, piuttosto che essere legati a una serie di azioni e “micro-tattiche” finalizzate a fare il pieno di visualizzazioni e like.

Coloro che lo faranno consolideranno il loro valore una volta per tutte. 

Prima di evidenziare alcune delle direzioni principali che la comunicazione sui Social Media sta imboccando, una premessa.

Perché, se ci occupiamo di comunicazione a tutto tondo, l’attenzione è spesso così rivolta ai Social Media? Come messo in luce da diversi report di settore, dopo gli anni della pandemia gli Italiani stanno progressivamente diminuendo le ore giornaliere trascorse online, tranne per i Social Media. Oggi le persone passano più di 2 ore e mezza al giorno sulle piattaforme social (in media 40 minuti in più rispetto al tempo dedicato alla televisione). Ciò che accade sui Social Media, quindi, continua a influenzare comportamenti, modalità di connessione con gli altri, scelte di intrattenimento e decisioni di acquisto online.

Reels, TikTok, Shorts: l’importante è che si muova!

Ok, non stiamo certo annunciando una novità, ma è sempre bene ribadirlo. Su tutte le piattaforme social, da quelle in rampa di lancio per la conquista del mondo (TikTok) agli spazi attivi ormai da oltre 10 anni, i video brevi in formato verticale la faranno da padrone, per quanto riguarda risultati di visualizzazioni ed engagement. Saranno il formato favorito dalle piattaforme stesse (basti guardare l’ultimo aggiornamento nelle barre di ricerca delle App di Facebook e Instagram, con i Reels ben in mostra), anche per quanto riguarda le sponsorizzazioni.

Certo, comportano più impegno nella realizzazione. Certo, spesso presuppongono di restare aggiornati sui trend più recenti (musiche, editing, effetti). Ma il ritorno in termini di risultati vale sicuramente lo sforzo.

I Social Media trend guideranno la ricerca online

Siamo abituati a considerare i Social Media come in competizione tra loro (e in effetti lo sono, considerando le feature innovative che periodicamente le piattaforme si copiano a vicenda). Meno a pensare che questi spazi stiano, di fatto, erodendo il terreno che fino a pochissimi anni fa era dominio dei motori di ricerca, soprattutto per quanto riguarda i più giovani.

Ed è lo stesso Google ad ammetterlo. Da un report recente emerge che il 40% degli utenti tra i 18 e i 24 anni usa già oggi i Social Media (principalmente TikTok) come principale motore di ricerca, praticamente per qualsiasi scopo (ne avevamo scritto anche noi qui).

Addirittura, c’è chi si è spinto a sostenere che TikTok si stia letteralmente “mangiando Internet”.

Inoltre, una ricerca di Hootsuite ha stabilito che scegliere keyword ottimizzate come didascalie, al posto degli hashtag, aumenta la reperibilità dei propri contenuti del 30% e arriva perfino a raddoppiare l’engagement

Ma che cosa significa questa tendenza per chi con i Social Media ci lavora?

Che è arrivato il momento, invece di incollare qualche hashtag nei copy dopo che il post è stato pubblicato, di perfezionare la ricerca di keyword strategiche (ovvero argomenti che già vengono cercati dagli utenti sui Social Media) da includere nei propri contenuti, in modo da aggiungere un canale di traffico molto promettente ai propri canali.

Crossposting? Anche no!

Impossibile da negare: negli ultimi anni è successo di dover mettere da parte l’attenzione alla strategia per concentrarsi sul riadattamento continuo dei contenuti, molto spesso proprio per inseguire le evoluzioni dei Social Media trend. Ogni piattaforma ha rilasciato aggiornamenti continui, formati aggiornati, feature “ispirate” a quelle dei concorrenti più in voga. Siamo quindi arrivati a una situazione paradossale: più piattaforme, ma una netta tendenza all’omologazione delle stesse. 

Tutto ciò ha dato sempre più forza al cross-posting, ovvero la proposta dello stesso contenuto parallelamente su più Social Media. È indubbio che questa strategia contribuisca a far risparmiare tempo e a ottimizzare gli sforzi, oltre a favorire una trasmissione di informazioni più coerente.

Il suo frequente abuso, però, ci spinge a chiederci: abbiamo dimenticato che gli utenti sono presenti su più canali, ma ne fruiscono in modo diverso e con obiettivi esplicitamente diversi? Oltre l’84% degli utenti di TikTok sono anche su Facebook e quasi l’88% di quelli di Twitter sono anche su Instagram.

Secondo una ricerca di Hootsuite, solo il 18% dei marketer crea sistematicamente post diversi per ogni piattaforma. Però, quando lo fa, li rende molto più fiduciosi nel valore di quei contenuti.

La tendenza auspicabile è quindi quella di investire più tempo a esplorare i canali adatti ai propri obiettivi di business, piuttosto che cercare di stare al passo con ogni cambiamento (leggi: omologazione) che i network propongono. Questo non significa mettere al bando le sperimentazioni su terreni inediti, ma evitare arrembaggi dettati dall’ansia di “esserci”, sostituiti da una riflessione sul tono di voce e sui contenuti peculiari da proporre su nuovi broadcast. Un esempio su tutti: l’account TikTok ironico e dissacrante del Washington Post, quotidiano molto autorevole e istituzionale in altri canali di comunicazione.

I creator e il boost dei Social Media trend

L’istituzionalizzazione di influencer e creator è sotto gli occhi di tutti, ormai. Ma quante aziende vi investono davvero? Molte meno di quanto si potrebbe pensare.

Nonostante la loro esposizione mediatica, l’ausilio di Content Creator nelle strategie di comunicazione aziendali segna ancora una fase di passaggio: sempre Hootsuite ci segnala che, mentre il 42% delle aziende sopra i 1000 dipendenti collabora con creators, solo il 28% dei piccoli business lo fa. L’ostacolo principale riguarda la mancata standardizzazione dei costi, che rende i piccoli imprenditori disorientati e spesso senza indicazioni nel negoziare un prezzo che risulti sensato.

Una difficoltà che sarebbe senza dubbio evitabile grazie alla collaborazione con agenzie, specializzate proprio nel rapporto di tramite tra brand e creator. Ma solo un terzo delle aziende attive in questo tipo di attività lo fa.

Integrare il Creator Marketing nelle proprie strategie, però, è un investimento sempre più importante per i brand. I Social Media trend di cui abbiamo parlato nascono, nella quasi totalità dei casi, dalla creatività spontanea degli utenti, che viene apprezzata e diventa quindi virale. Affidare messaggi promozionali (adeguatamente in linea con il settore, lo stile e il target propri di uno specifico creator) a un utente popolare sui Social Media (non per forza un influencer da milioni di follower) significa introdurre il proprio brand nel flusso di conversazioni “organiche” di una community, mescolando suggerimenti e ispirazioni commerciali a ciò che gli utenti già considerano interessante o divertente.

Nuove Social Media Strategy per il settore ceramico 

In un contesto come quello sopra descritto, VENTISETTE Digital continua a innovare e aggiornare il proprio approccio alla comunicazione online.

Nel settore ceramico ad esempio, anche quest’anno abbiamo confermato le nostre partnership con player del settore che puntino a presidiare in modo proattivo, corretto, competitivo e completo il proprio ecosistema digitale.

Terratinta Group

Per l’e-shop di Terratinta Group, per esempio, siamo partiti da un approccio data-driven del settore per andare a costruire una strategia di contenuti e formati basata su informazioni reali. Questa, correttamente aggregata alle sensibilità ed esperienze del Cliente, ci ha guidati nel formulare strategie efficaci e customizzate sulla base degli obiettivi richiesti in ambito Social Media (META in particolare), SEO content e GAds per il mercato Italia.

Keradom Srl e Maltha Design

Per Keradom Srl o Maltha Design invece ci siamo impegnati a rinnovare periodicamente, nella gestione dei contenuti che formano il Piano Editoriale social, lo stile, le creatività e i trattamenti dei formati già implementati nel PED.
Restando coerenti con i contenuti già sviluppati e disponibili nei canali del brand, che contribuiscono alla riconoscibilità dell’azienda agli occhi degli utenti, abbiamo operato un restyling delle creatività anche sul 2023. Questa attività contribuirà ad avvicinare ciò che già esiste alle nuove tendenze emergenti e per adattarlo alle eventuali nuove priorità strategiche del brand, oltre che a mostrarsi sempre attenti alle novità e aperti al sano cambiamento.

Infinity Surfaces

Per Infinity Surfaces infine, oltre a presidiare il posizionamento del brand sul mercato Italia in ambito SEO, GAds e Social Media (content + adv), siamo andati noi stessi a sviluppare nuovi contenuti per il brand per coprire l’intero anno, rendendo la showroom aziendale un importante asset da sfruttare in tale ambito.
Fotografie e video di qualità, realizzati considerando la destinazione ed editati con un occhio rivolto alle tendenze del momento (montaggio ritmato, musiche, trend di contenuto) vanno così ad “aprire una finestra” sull’universo più interno dell’Azienda. Quasi come se gli utenti fossero invitati dentro a un’abitazione, gli spazi della showroom saranno sfruttati dall’Agenzia per sfruttare in modo funzionale anche ad altri tipi di format, come il setting per eventi, per rubriche social con ospiti, per la creazione di caroselli e video per i reel di Instagram.